La tua famiglia in rete

Sfruttare appieno le potenzialità di condivisione e apprendimento che ci offre Internet è un privilegio. Proteggere le nostre famiglie dalle insidie del mondo online è una necessità e un dovere.


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ask.fm non è necessariamente pericoloso

ask.fm è un servizio ideato in Lettonia e lanciato il 16 giugno 2010, attualmente con 120 milioni di iscritti. Si basa su un’interazione “domanda-risposta”, che si traduce nello scrivere domande sulla bacheca di altri utenti, chiedendo loro una risposta.

Fin qui nulla di grave, se non fosse che il servizio è basato principalmente sull’anonimato: non solo è possibile fare domande in forma anonima, ma il sito stesso incoraggia tale pratica richiedendo un passo addizionale di conferma ogni qualvolta si voglia porre una domanda non in forma anonima.

Per rispondere alle domande è però necessario registrarsi al sito.

Attenzione a non confondere il sito con quello di ask.com, un innocente motore di ricerca.

ask.fm può anche essere utilizzato in modalità locale, tramite i cosiddetti gruppi spotted: luoghi virtuali legati ad un particolare luogo reale (un liceo, una città, un circolo sportivo) nel quale si riuniscono persone che frequentano quest’ultimo e che quindi presumibilmente (ma meglio non dare nulla per scontato) si conoscono dal vivo e pertanto sono in grado di arricchire le discussioni con interazioni ed elementi specifici e puntuali.

C’è chi approfitta di questo spazio per rendere pubbliche disarmanti dichiarazioni d’amore o colpi di fulmine, chi le usa per esprimere l’astio verso il compagno fastidioso e chi per segnalare che qualche docente non fa il suo dovere.

Altri invece rivolgono insulti ai professori, fanno espliciti riferimenti sessuali a compagni e compagne o peggio ancora prendono in giro i più deboli.

Dinamiche da tenere sotto controllo e sempre più spesso oggetto di discussione, con evidenti conseguenze sui voti in condotta per gli studenti e sempre più frequentemente con vere e proprie denunce alle autorità competenti.

 

ask.fm balza agli onori delle cronache italiane nel Febbraio del 2014 quando una ragazza iscritta con il nome di Amnesia, già fragile e insicura, condivide le sue paure sul sito. Qui le sue parole tristi e in cerca di conforto, trovano purtroppo un amplificatore di auguri di morte e di autolesionismo, che spingono la ragazza al suicidio.

Un simile caso si era già verificato ad agosto del 2013 in Inghilterra con il suicidio di una 14enne, anche lei istigata al gesto folle dalla spinta anonima di alcuni utenti infami.

 

Indubbiamente ask.fm può contribuire a far precipitare queste ed altre situazioni disagevoli: quando succede la colpa è tipicamente da annoverare alla possibilità di interazione in anonimo, che rappresenta una ghiotta opportunità per coetanei vigliacchi e incoscienti: grazie all’illusione di non poter essere riconosciuti essi si trasformano in un branco sadico che anima il parco giochi dell’odio e della maleducazione.

Si tratta naturalmente di un’illusione perché, nonostante l’azienda mantenga l’anonimato tra utenti, non può che condividere nomi e dinamiche di interazione qualora le forze dell’ordine dovessero necessitare di informazioni a seguito della richiesta di un magistrato.

Nonostante alcuni adolescenti si rendano conto che tutte le loro azioni sono comunque tracciate, si lasciano andare a comportamenti disdicevoli.

Dal punto di vista dei ragazzi deve essere da subito chiaro che ask.fm è a tutti gli effetti un’arena: chi si mette in gioco è a forte rischio di insulti e derisione. E anche pesanti.

E’ importante che tuo figlio lo capisca e che decida fin da subito se partecipare o starne fuori.

 

Quindi ask.fm è pericoloso?

Non necessariamente.

Se tuo figlio decide di partecipare vorrà dire che per districarsi agevolmente in questo mondo imparerà a discernere tra un messaggio amichevole ed uno ostile, e svilupperà tecniche di difesa per bloccare gli attacchi.

Tale difesa potrebbe consistere nel rispondere a tono per chiudere da subito una conversazione inutile, piuttosto che nel non reagire, ignorando quindi chi lo offende – è importante che tuo figlio sappia che non è necessario rispondere alle domande, soprattutto se qualcuno chiede qualcosa che lo turba, lo preoccupa o lo fa arrabbiare: se non risponde a una domanda, nessuno l’avrà vista se non lui.

In alternativa, se qualcuno gli dice qualcosa di veramente cattivo o di orribile, può comunque utilizzare il pulsante di Blocco per impedire a uno specifico utente di fare altre domande, anche se non conosce la sua identità.

Insomma, una maniera per crescere ed affinare gli strumenti atti a gestire dinamiche complesse e scherni verbali, propri del suo mondo adulto degli anni a venire.

 

Ritorniamo per un momento all’anonimato: ask.fm dice che interagire in anonimo può essere positivo in quanto permetterebbe a ragazzi timidi e insicuri di fare domande senza essere giudicati; allo stesso modo è pur vero che la possibilità di rispondere senza essere identificati dagli altri utenti dà ad alcuni la licenza di dire e fare senza freni.

Tieni presente che anche tuo figlio potrebbe superficialmente passare dalla parte del torto e lasciarsi andare a comportamenti riprovevoli solo perché pensa di rimanere anonimo: spiegagli che non è così e che potrebbero esserci conseguenze anche gravi, e spiega soprattutto che non è nobile comportarsi da codardi nascondendosi dietro l’assenza di identità.

 

E’ possibile fare in modo che tuo figlio non riceva domande anonime accedendo al profilo di tuo figlio e selezionando Impostazioni, successivamente Privacy, infine cliccando su Non consentire domande anonime:

 

 ask.fm

All’atto della creazione di un nuovo profilo questa opzione è attiva, quindi è opportuno verificarla o comunque fare in modo che tuo figlio ne sia a conoscenza.

 

Alternativamente, tuo figlio potrebbe semplicemente decidere di non frequentare ask.fm: non è obbligatorio partecipare alle interazioni di un social solo perché gli altri lo fanno.

Certo, qualcuno potrebbe comunque parlare di lui nonostante non ne frequenti i salotti digitali: è importante discutere preventivamente del momento in cui scopre che su ask.fm si parla di lui e dare la massima libertà di scelta anche in quel momento – continuare ad ignorare le voci, o unirsi alla conversazione.

 


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Cyberbullismo: online il Codice di Autoregolamentazione per il contrasto al cyberbullismo

Il fenomeno del cyberbullismo, perpetrato tipicamente da minori, colpisce e danneggia coetanei incapaci di difendersi. Purtroppo anche i recenti fatti di cronaca confermano quanto il fenomeno sia in espansione.

Nel tentativo di arginare tale fenomeno aziende quali Microsoft e Google, le associazioni italiane del settore (Confindustria digitale e Assoprovider) nonché Istituzioni quali Mise, Agcom, Polizia postale e delle comunicazioni, Autorità per la privacy, Garante per l’infanzia e Comitato media e minori, coordinate dal viceministro dello sviluppo economico Antonio Catricalà, hanno siglato oggi la bozza del primo Codice di Autoregolamentazione per il contrasto al cyberbullismo.

Che bella iniziativa!

Si tratta di un documento che specifica l’obbligatorietà e le modalità di accessibilità dei sistemi di segnalazione (“adeguatamente visibili, semplici e diretti”), sancisce l’impegno di efficienza nelle risposte alle vittime e nella rimozione dei contenuti lesivi e stabilisce la creazione di un Comitato di esperti con il compito di supportare eventuali richieste e di far rispettare il Codice stesso.

La cosa più bella è che, in perfetto stile social, il Codice di Autoregolamentazione è a disposizione del popolo della rete per i prossimi 45 giorni sul sito del Ministero dello Sviluppo economico , al fine di ottenere ulteriori suggerimenti.

Bravissimi tutti!


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Sgonfia i cyberbulli

Quando i tuoi ragazzi saranno abbastanza grandi da utilizzare Internet e i social network è saggio che sappiano che possono incorrere in forme di bullismo anche nella rete.

Chiarisci loro di cosa si tratta e rassicurali che nel caso diventino vittime potranno applicare nel mondo virtuale le stesse tecniche che applicano in quello fisico: il miglior comportamento possibile è quello di ignorare le provocazioni e di troncare ogni tipo di rapporto online con chi mette in rete informazioni denigratorie.

Viceversa, spiega loro di non passare dalla parte del torto.

Il bullismo online (cyberbullismo) non paga mai: parte in solitaria, ma complice la distanza fisica tra gli interlocutori amplifica la sua portata grazie alla partecipazione di più persone. Spiega ai tuoi figli che partecipare significa essere ugualmente responsabili di abusi.

Se tuo figlio è vittima di cyberbullismo puoi adottare le seguenti strategie:

. Siediti accanto a tuo figlio e passa al setaccio la sua presenza digitale, documentando estensivamente ogni occorrenza di cyberbullismo: fai tutte le istantanee dello schermo che servono (i cosidetti screenshot).

. Se conosci il ragazzo che sta facendo il bullo parla con i suoi genitori, mostrando loro esempi concreti delle sue azioni. Chiedi a loro di fermare la sua azione con un intervento deciso.

. Blocca il bullismo attivando le protezioni che i servizi di social network o i programmi di email e chat forniscono.

. Considera che quasi tutti gli smartphone hanno la possibilità di bloccare chiamate e sms in arrivo da specifici numeri: facendo così allieverai la pressione su tuo figlio, pur lasciando la possibilità alle autorità competenti di chiedere al gestore telefonico l’elenco delle chiamate e dei messaggi inviati a vuoto.

Il bullismo classico, così come quello online, è regolato dalla legge e sanzionato adeguatamente: per gli atti di bullismo in rete si fa riferimento al decreto legge numero 11 del 23 febbraio 2009 intitolato “Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonche’ in tema di atti persecutori”.

Il Ministero della Pubblica Istruzione ha attivato dal 2007 il numero verde nazionale 800 66.96.96 (attivo dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19), all’interno della campagna per la lotta al bullismo Smonta il bullo.

E’ anche possibile scrivere a un indirizzo di email per segnalare casi di bullismo, anche in forma anonima.

Se lo ritieni opportuno puoi comunque coinvolgere fin da subito la Polizia Postale, accedendo alla stanza numero uno del commissariato
di P.S. online
o visitando la stazione di polizia della tua zona.

Condividi con i tuoi ragazzi questo bellissimo video !